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  • Camilla Marinoni

Amore a prima vista

Come preannunciato sui social, apro questa spazio del mio blog alla poesia e alle poesie d'amore.

Oggi ti parlo di Wislawa Szymborska "conosciuta" grazie ad un amico che mi aveva dedicato una sua poesia nel giorno del mio compleanno diversi anni fa.

Le sue poesie, spesso molto brevi, sono costituite da versi liberi, scritti in maniera semplice e con una scelta accurata delle parole. Utilizza l'arma dell'ironia e del paradosso per affrontare problemi etici e umani di ampio respiro che diventano motivo di denuncia per lo stato delle cose in cui il mondo intero si ritrova a vivere.


Foto di Elżbieta Lempp


Ma chi è Wislawa Szymborska?

Nata nel 1923 a Kórnik, in Polonia, si trasferisce coi genitori a Cracovia nel '31, città alla quale resta legatissima e in cui studia, lavora e vive da allora fino alla morte (febbraio 2012). Cresce durante la seconda guerra mondiale e segue gli studi in modo clandestino per riuscire ad ottenere il diploma. Nel 1943 comincia a lavorare presso le ferrovie, riuscendo così a salvarsi dalla deportazione in Germania, periodo in cui inizia la sua carriera artistica dedicandosi all’illustrazione di un libro scritto in lingua inglese. In questo periodo inoltre, comincia a scrivere storie e, saltuariamente, poesie. Nel 1945 si iscrive alla facoltà di letteratura presso l’università Jagellonica, passando successivamente a quella di sociologia che abbandona dopo soli tre anni, per motivi economici. La conoscenza col grande saggista e poeta Czeslaw Milosz, Premio Nobel per la letteratura nel 1980, le permette di entrare nel mondo della vita culturale della capitale polacca. Nel 1996 riceve il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d’umana realtà”.

La poesia che ho scelto è questa:

Amore a prima vista

Sono entrambi convinti che un sentimento improvviso li unì. È bella una tale certezza ma l’incertezza è più bella.

Non conoscendosi prima, credono che non sia mai successo nulla fra loro. Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro se non ricordano - una volta un faccia a faccia forse in una porta girevole? Uno “scusi” nella ressa? Un ‘ha sbagliato numerò nella cornetta? - ma conosco la risposta. No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere che già da parecchio il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto a mutarsi per loro in destino, li avvicinava, li allontanava, gli tagliava la strada e soffocando un risolino si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali, che importa se indecifrabili. Forse tre anni fa o il martedì scorso una fogliolina volò via da una spalla all’altra? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto. Chissà, era forse la palla tra i cespugli dell’infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli in cui anzitempo un tocco si posava sopra un tocco. Valigie accostate nel deposito bagagli. Una notte, forse, lo stesso sogno, subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti è solo un seguito e il libro degli eventi è sempre aperto a metà.

Conoscevi già Wislawa Szymborska?

Ti è piaciuta la poesia? Io l'ho letta durante il matrimonio di due amici. È stata una grande emozione!!!

Ti consiglio di leggere anche "La fiera dei miracoli" (anche questa l'avevo letta durante un matrimonio).

Se conosci qualche poesia e me la vuoi segnalare scrivimi!

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