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Camilla Marinoni

Il miele che non muore - Rupi Kaur

Ho scoperto Rupi Kaur attraverso instagram un anno fa.

Mi sono imbattuta nelle sue poesie, nelle sue foto e nei suoi disegni: è stato subito amore.

Succede però che instagram a volte ti risucchia (per lavoro o per distrazione) e con tutte le informazioni che ricevi il cervello sceglie ed elimina il superfluo.

Così milk&honey l’ho davvero scoperto a giugno, quando, presa da un momento di folle poesia (mi erano già arrivati in regalo 3 libri per il mio compleanno), sono andata in libreria a comprarlo.

Ho capito fin da subito che era speciale, sia il libro che la persona che l’aveva scritto. Anzitutto la copertina è nera e satinata “strana”, sembra di toccare la pelle (e chiedo umilmente perdono ai grafici che conosceranno sicuramente il nome questa tipologia di carta, io no, per cui...) per cui questo libro è già bello al tatto.


Poi scorrendo le pagine si trovano poesie e disegni. Altro dettaglio: tutte le lettere sono in minuscolo, dal titolo del libro alla prima lettera di ogni frase, niente maiuscole. Questo perché, leggevo in un articolo, Rupi Kaur ha ripreso la modalità di scrittura della sua lingua di origine:


"nella scrittura gurmukhi tutte le lettere sono trattate allo stesso modo. mi piace questa semplicità. questa simmetria e questo andare sempre avanti. è una rappresentazione visuale di quello che vorrei vedere più spesso nel mondo: uguaglianza. per proteggere questi piccoli dettagli della mia lingua li includo in quest’altra lingua."


Originaria del punjabi, Rupi Kaur risiede in Canada. Fa parte di quella serie di poeti social (come Franco Arminio e Guido Catalano) che diffondono le loro opere tramite instagram, facebook, etc.

Si è fatta notare per uno scatto che instagram le aveva censurato e che faceva parte di un progetto fotografico sulle mestruazioni intitolato Period (un lavoro realizzato per un corso di retorica visiva all’università). Questo fatto ha portato molti curiosi sul suo profilo che sono poi divenuti follower.


Dal progetto fotografico: ferment and cleanse

Ha raccolto i suoi versi in un libro auto prodotto nel 2014 e ristampato poi da un editore l'anno successivo che l'ha fatto diventare un best seller, rimanendo al vertice della classifica del New York Times per 9 settimane. Il 3 di ottobre uscirà il suo secondo libro the sun and her flowers di cui si possono già leggere alcune poesie di questa nuova raccolta nei suoi profili social.


Rupi Kaur è femminista, mi piace come scrive e mi piace come disegna: in modo semplice e diretto è capace di ricamare piccole storie che arrivano lì dove devono arrivare, smuovendo pensieri e liberando emozioni.

Le sue poesie parlano di dolore e paura; di forza e rinascita; di capelli, coltelli e occhi; e sopratutto insegnano alle donne di amarsi e di amare il proprio corpo. Temi forti, raccontati con ironia o distacco, sempre capaci di scavarti dentro.

Accanto ai suoi versi non pone solo i suoi disegni, che enfatizzano quello che scrive, ma affianca delle performance in cui si esibisce dal vivo con pezzi di spoken word: versi che diventano musica. (Ho visto il suo intervento ad un Ted Talk:meraviglioso!)


Milk&honey è suddiviso in quattro sezioni (il ferire, l’amare, lo spezzare, il guarire) che affrontano momenti differenti della vita dell'autrice.


- Il ferire: volge lo sguardo alla sua infanzia segnata da violenze e abusi familiari.

- L'amare: protagonista indiscusso è l'amore, quello passionale, quello libero, quello incondizionato per i genitori...

- Lo spezzare: momenti di solitudine e consigli di rinascita .

- Il guarire: questa è la parte in cui Rupi evidenzia l'importanza dell'amare se stesse e le proprie contraddizioni per poter cucire le ferite e rinascere dalle ceneri.

Il latte e il miele, nella tradizione punjabi, sono dei ricostituenti.


Mio padre una volta mi ha detto che il miele è l’unica cosa che non muore. non importa da quanto tempo è in quel barattolo, dieci anni o cento, il miele, nel suo stato naturale e grezzo, vive per sempre, e penso che sia semplicemente la cosa più bella.


Così è la sua poesia: terapeutica, capace di insegnare che si può sopravvivere al dolore ritrovando in se stesse tutta la dolcezza e la forza del latte e del miele.


ogni volta che

dici a tua figlia

che se la sgridi

per amore

le insegni a confondere

la rabbia con la bontà

e la cosa sembra una buona idea

finché lei non cresce e

si affida a uomini che le fanno del male

perché somigliano tantissimo

a te

- ai padri di figlie

non voglio averti

per riempire i vuoti in me

voglio essere piena già di mio

voglio essere così completa

da poter illuminare una città intera

e dopo

voglio averti

perché noi due messi insieme

potremmo incendiarla.


cos'è più forte

del cuore umano

che si frantuma ripetutamente

e ancora vive




Rupi Kaur - sito web




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